martedì 5 gennaio 2010

L' opinione!


Ho trovato questo breve filmato molto interessante e sintesi di buona parte del lavoro che stiamo facendo a corso...carina anche l' idea di far fare proprio a un ragazzino l' intervistatore al Prof. Rivoltella!!
Come le nuove tecnologie influenzano gli apprendimenti...ma non come unica variabile, ma uno tra i fattori...come le nuove tecnologie possono diventare quel ponte tra l' ambiente educativo formale e il contesto informale...e tanti altri spunti sulla digital native!
Guardatelo!!
Ciaoooo
Lisa*
Ps. per Rivoltella abbiamo comunque ancora la speranza di diventare anche noi nativi!!!!!anche alla nostra età!
:-)

7 commenti:

  1. Ciao Tesoro mio! Io mi sento una nativa .... hihihi!!! Molto carino il filmato, che simpatico il ragazzino. E' interessante notare come la tecnologia sia da considerare una variabile molto importante per l'apprendimento in quanto l'applicazione a scuola produce continuità tra l'utilizzo quotidiano di questi strumenti e l'utilizzo all'interno di una ambinte formale educativo ... continuum tra tempo libero e scuola. In più la multimedialità che con l'introduzione di una complessità di segni, simboli e linguaggi in uno stesso ambiente fa lavorare e sviluppare in modo importante la nostra cognizione. Mi piacerebbe vedere come cambia la struttura cerebrale grazie a queste nuove "tecniche", tecnologie ... che bello, stanno influenzando in modo decisivo lo sviluppo dell'uomo, chissà fin dove ci porteranno. Lo sviluppo dell'uomo nelle mani dell'uomo ... Bacio baciotto
    Taty :-) Ok per la foto, te le porto tutte domenica ;-)

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  2. Il video esprime in sintesi il filo conduttore del suo libro. In generale Rivoltella rimette in primo piano la funzione educativa che deve stare dietro ad ogni tecnologia e in ultima analisi richiama ad un'atteggiamento filosofico che deve avere ogni educatore. In quanto formatore ed educatore che deve preparare lo studente ad inserirsi nel suo contesto sociale deve innanzitutto insegnare a guardare alla realtà in modo critico. Forse una delle caratteristiche del buon docente è quello di essere "inattuale", cioè sempre oltre le mode del momento ma attenti a vedere oltre ciò che a tutti sembra ovvio.

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  3. E' bellissimo guardare oltre quello che per tutti sembra ovvio ... però è vero Ross, bisogna stare attenti, bisogna esserne consapevoli (non bisogna abbandonare del tutto la "realtà", intesa come ciò che l'uomo ha creato in contesto, in relazione ...) perchè sennò si rischia l'isolamento, infatti non si riuscirebbero a condividere quei significati che rendono possibile la comunicazione in quanto condivisione di segni, simboli, linguaggi e quindi potremmo dire addio alla relazione ... e all'educazione ... e alla vita. Bisogna però ricordare che quello che va oltre a quello che per tutti sembra ovvio porta cambiamento e trasformazione ... quindi attenzione ma che ben venga. Non so se è giusto ma è così interessante ... Un saluto Taty :-)

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  4. Condivido ciò che hai detto Taty. Spesso, inconsciamente, si ha del rapporto alunno docente una visione nettamente sbilanciata e asimmetrica in cui è il secondo che dice al primo come deve andare il mondo e l'altro lo deve semplicemente accogliere come suo. Ma nel dire che compito dell'insegnante è andare oltre ciò che è ovvio bisogna precisare che lui per primo deve andare oltre ciò che è ovvio e scontato per sè. Oltre la visione del mondo che possiede in quel momento. Sempre aperto ad incontrare l'altro in tutte le sue forme. In questo senso emerge un'altra componente necessaria della figura del docente che tu hai ben evidenziato:la capacità di relazionarsi dialogicamente.
    Così, se da una parte egli come esperto educatore deve saper problematizzare la realtà(non tanto per demonizzarla ma per leggerla in modo più profondo), nel dialogo che ne può uscire con gli allievi deve essere anche pronto a modificare la propria visione del mondo. Nella relazione educativa il processo di apprendimento dovrebbe essere sempre reciproco. Così, un docente può anche non essere un drago nell'uso delle tecnologie, ma deve essere sicuramente disposto a dialogarci per scoprirne il meglio a scopi educativi.
    Ma quì tocchiamo un altro tabù degli insegnanti.
    Non è bello che un docente dimostri di non essere più esperto dei suoi studenti(ancora il rapporto asimmetrico...), quindi meglio evitare di utilizzare i nuovi mezzi tecnologici.

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  5. Hola!
    mi infiltro anch'io tra i vostri interessantissimi discorsi...non credo che il problema sia l' asimmetria del rapporto tra docente/educatore e ragazzi...credo che un giusto e diverso "posizionamento" tra le due parti ci debba essere e non ho detto ruolo o distanza con intenzione!
    Secondo me è un discorso di atteggiamento mentale che è ancora fortemente radicato nella nostra cultura nei confronti dei media e delle nuove tecnologie e nella velocità che queste ci hanno messo per raggiuncerci!
    Molte volte sento anche su di me questa ansia di prestazione..proprio come descritta nel volume dell e-tutor, quando la pressione tecnica si fa sentire!!!!!!
    Sentirsi inadeguati nel porsi da guida e mediatori di fronte a giovani fanciulli che ti stracciano quando si parla di tecnologie!!
    Credo che il nostro compito sia proprio promuovere quel critical thinking e quella consapevolezza profonda che non deve essere solo in funzione ai rischi delle tecnologie ma che faccia parte del nostro modo di pensare in generale per tutta la nostra vita, in tutte le situazioni e gli ambienti che frequenteremo!
    Proprio perchè non rientranti nella digital native dovremo capire con maggior forza l' importanza nell' aiutarli a sviluppare una coscienza più profonda del mondo che ci circonda...ma senza troppi allarmismi e paure!
    ciaoooo
    Lisa*

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  6. Ho seguito con interesse l’intervista, grazie Lisa per averla messa. Mi piace molto il messaggio che veicola ossia che la tecnologia da sola non possa esistere, esiste in quanto strumento o ambiente per potenziare le nostre capacità come il parlare e lo scrivere che sono attività che secondo Rivoltella prescindono dall'uso dei software, ma non come sostituta delle nostre facoltà (es. memoria, linguaggio,razionalità..). In questo concetto si situa e trova senso la figura del tutor o meglio e-tutor, una guida per imparare ad usare le tecnologie in modo sano ed equilibrato, finché si terrà presente questa missione i nuovi media non ci fagociteranno mai.

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  7. Rieccomi qua ... non è tanto la tecnologia il focus del nostro discorso, non dobbiamo mai dimenticarci che la tecnologia non potrà mai sostituire la mente umana proprio per il fatto che quest'ultima si forma, si trasforma ( ... a sua volta trasforma) nel contesto, nella relazione, nell'educazione. Internet, il web, i social network etc esistono solo in quanto ambienti di relazione ... se non ci fosse comunicazione, scambio, interazione tutto il sistema morirebbe. E' qui che dobbiamo ben visualizzare la centralità dell'educazione che ha il dovere di sfruttare i nuovi mezzi tecnologici per costruire ambienti educativi sani. La realtà virtuale in verità è da ritenersi un vero e proprio ambiente sociale ... Se il centro della nuova prospettiva pedagogica è l'idea di cittadinanza (Libro di Rivoltella "Media e tecnologie per la didattica"), importante e centrale deve essere la riflessione dell'educazione sui contesti sociali costruiti in internet, proprio come lo è sempre stata per il contesto sociale di vita del soggetto.

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