mercoledì 25 novembre 2009

Come limitare il rischio di un appiattimento sulla fase di espressione rispetto a quella di formazione nei blog? Come ridurre il sentito dire e la frammentarietà, nel legare il sapere alle cose?

3 commenti:

  1. Secondo me é una domanda complessa perchè assume alcune cose che dovrebbero essere chiarite tra di noi.Ad esempio...Che differenza c'è tra conoscenza come sentito dire e il sapere delle cose? bisognerebbe chiarirci in merito.

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  2. La mia era una riflessione a partire dalle esperienze fatte. Ho osservato che nei forum si ha la possibilità di mettere alla prova la conoscenza, ma si è anche portati alla semplificazione. Spesso si usa il pensiero di un autore per spiegare il nostro di pensiero, col rischio che l'autore stesso venga storpiato. Ho il timore che tutta la ricchezza del passato si possa perdere se non si fa riferimento diretto alle fonti. Il mio non vuole essere un appello alla tradizione, ma un interrogativo sulla nuova conoscenza. Se essa sarà una cacofonia in cui ognuno dice la propria e ogni altro prende ciò che vuole,tale conoscenza sarà l'humus ideale per il sapiente, che non può che essere liberale, ma che sapienti saremo se questo è il modo di formarci? Il mio timore non si pone se la conoscenza coincide con se stessa in quanto tale, ma una volta liberati gli ormeggi dalla verità sarà possibile costruirne un'altra o resterà solo un navigare a vista nella tecnica? Se il conoscere diacronico/consequenziale sarà sostituito da un conoscere sincronico e multispaziale ci sarà solo un cambiamento qualitativo o anche quantitativo? Mi accorgo che per noi native 1980 siamo ad una svolta di paradigma epocale e avrò molto su cui pensare.

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