sabato 28 novembre 2009

tecnologia SI/ NO ?

Ciao a tutti, ho "ritagliato"da un'intervista, questa domanda/risposta, che mi sembra , affronti, un pò quello che è stato discusso durante le due lezioni: Tecnologia SI tecnologia NO ? perchè SI perchè NO. Apre anche ad altre domande; quando e quanto usarla?
Ciao Donatella

Intervista con il Prof. Fabio Celi - Corso di laurea in psicologia, Università di Parma

Fabio Celi - L'uso delle nuove tecnologie per l'apprendimento - Erickson


E’ dimostrato che l’utilizzo di software didattici e altre tecnologie innovative favorisce l’apprendimento negli alunni che presentano difficoltà e/o handicap. Quali sono le patologie per le quali questi materiali risultano realmente efficaci? Possono essere utilizzati in tutti gli ambiti disciplinari?
Questa domanda inizia con un’affermazione che mi spaventa un po’: "E’ dimostrato..." Bisognerebbe cominciare a chiarirci su questo punto. Dimostrato in che senso? Dal punto di vista clinico, o didattico, o dell’osservazione empirica ed episodica di singoli allievi sicuramente sì. Dal punto di vista sperimentale, la cosa non mi appare così certa. La ricerca in questo campo, almeno in Italia, è poca e davvero non direi definitiva. Faccio questa premessa perché sia chiaro che non abbiamo certezze in questo campo, ma solo qualche convinzione sostenuta dall’esperienza. Detto questo, l’esperienza ci indica due grandi categorie, nel campo della psicopatologia dello sviluppo, per le quali l’uso delle nuove tecnologie si sta rivelando molto importante: il ritardo mentale, in particolare lieve e medio, e i disturbi di apprendimento, sia nell’area linguistica come la lettura e la scrittura che in quella logico-matematica. Una nuova, interessante frontiera, è costituita dai disturbi da deficit dell’attenzione. Le perplessità maggiori, al contrario, riguardano i disturbi generalizzati di sviluppo, dove, di fronte a esperienze che sembrano indicare una notevole efficacia di alcuni software per insegnare a questi bambini abilità cognitive di base;"rimangono seri dubbi legati al rischio che uno strumento come il computer possa inibire ulteriormente la relazione verso gli altri e verso il mondo esterno di bambini che avrebbero invece bisogno prima di tutto di sviluppare proprio queste abilità.Infine, al di là dell’ambito psicopatologico di cui mi occupo, ci sono le straordinarie opportunità offerte dalle nuove tecnologie negli handicap fisici, in particolare motori, e sensoriali. Per quanto riguarda gli ambiti disciplinari, direi che praticamente tutti sono potenzialmente interessati (certo non l’educazione fisica o motoria!), sia perché ormai si cominciano a diffondere software didattici che coprono moltissime aree, sia perché la costruzione cooperativa di ipertesti da parte degli stessi allievi può evidentemente essere estesa a ogni argomento e rappresenta una strategia educativa decisamente molto promettente.

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