Cari bloggers, propongo uno spunto di riflessione sul rischio della conoscenza etica dovuta alle nuove tecnologie. Sarei grato di avere un riscontro.
Chiarisco subito la questione. Con i nuovi ambienti di apprendimento, si accresce esponenzialmente la capacità di esprimere se medesimi, anche nel processo di costruzione della conoscenza. Ciò sicuramente è positivo, perchè permette di ridurre, se non di eliminare quella frattura tra ciò che si sa e ciò che si è. In un blog, il carattere di una persona emerge parallelamente alle conoscenze.
Fin qui tutto positivo, ma la criticità può sorgere se colui che coordina e che magari valuta un allievo nei nuovi ambienti virtuali di apprendimento, tiene conto anche della cosiddetta personalità del discente o dei costumi o dei paradigmi (ecco che il piano etico fa capolino). Se il valutatore non si inserisce in una sfera di umanità, magari attivando in sè qualche anticorpo contro una sua reazione a ciò che è avverso al suo paradigma, ma che comunque è lecito ci possa essere, c'è il rischio che un allievo venga penalizzato per ciò che pensa perchè si discosta da ciò che afferma il docente. Mentre la vecchia modalità di valutazione era sì più sterile, ma metteva anche al riparo da stigmatizzazioni per chi la pensava in modo indipendente.
Perciò all'eliminazione della frattura tra essenza e conoscenza, deve far da contraltare, a mio avviso, anche una maggiore apertura di cuore del docente, così di dare sì il giusto peso a chi sa, ma che nonostante ciò la pensa diversamente da lui.
Ringrazio in anticipo delle vostre osservazioni, che spero giungeranno copiose,
Davide