martedì 16 febbraio 2010

Che bello...ci siamo ancora

Che belloooooo,allora possiamo continuare le nostre "chiaccherate"...bene allora...secondo voi,c'è qualche possibilità, che la pedagogia tradizionale possa dialogare con la tecnologia? che ne pensate di chi sostiene che: sia necessario un pedagogical mashup ovvero una nuova pedagogia di ragazzi che si autoinsegnano sotto la guida di un docente (seconda la visione di Prensky).
Un'ultima domanda a Davide: A quando la laurea?non dovrebbe mancare molto...in bocca al lupo
Ciao a tutti Dona
P.S questa mia riflessione la trovate tra i commenti,ma ho pensato che forse è più evidente pubblicarlo come post.

3 commenti:

  1. Cara Donatella .... È proprio bello ritrovarci ancora a scambiarci idee e affetto.
    Rispetto alla tua domanda cosa ne penso? Non mi sembrerebbe male l'idea di un'educazione autogestita con la guida di un adulto esperto. In fin dei conti cosa facevano i precettori del passato? E non mi pare nemmeno che non ci siano stati dei buoni prodotti umani. Certo.... Resta il problema della dimensione sociale dell'apprendimento che non è un aspetto da trascurare. E una scuola in cui ciascun studente abbia il suo progetto individualizzato...., come sarebbe?

    RispondiElimina
  2. Ciao a tutti. A parer mio ritengo che la pedagogia debba confrontarsi con la tecnologia. Se la pedagogia ha di mira l'educazione, ogni strumento utile in tal senso è da usare. Naturalmente esso deve rispondere ad un criterio.
    Per quanto riguarda invece il gruppo di ragazzi che si auto-insegnano, sono invece un po' più critico. Ritengo infatti che educare voglia dire far uscire il soggetto da sè, perchè poi vi faccia ritorno da persona nuova, che si autopossiede. Ma questo uscire da sè è molto più ostico se affidato alla sola spontaneità e inclinazione soggettiva. Con l'aiuto di qualcuno, invece, penso sia più facile catturare quella sensibilirà che permette l'oltrepassamento di sè.
    Laurea il 4 marzo

    RispondiElimina
  3. Aggiunta. Con il gruppo dei pari ritengo sia più difficile tale oltrepassamento, che può invece risultare più accessibile con la relazione di una figura che ha già compiuto tale percorso, che non per questo deve essere imposto o insegnato. Questa figura dovrebbe fungere invece da esempio che appassiona. Egli incarnerebbe così una modalità parziale di esprimere un sentimento universale, quello dell'umanità dell'uomo. Questo sentire dell'educatore dovrebbe risvegliare lo stesso sentimento nei discepoli.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.